Amato-Pagano, Debora e il marito a capo del clan: i nomi e i ruoli degli 11 arrestati

Scritto il 19/12/2025
da Marino Ciccarelli

Era retto dai rampolli del clan la nuova cosca degli “Scissionisti”. Come emerge dall’ordinanza cautelare della DDA partenopea che ieri ha portato all’arresto di 11 persone, dopo la fine della reggenza di Marco Liguori, terminata con il suo arresto nel 2021, la guida della consorteria criminale degli Amato-Pagano era nelle mani della 37enne Debora Amato (figlia di Rosaria Pagano e Pietro Amato, poi arrestata nel 2024) e del marito Domenico Romano. Ad affiancarli Gennaro Liguori (marito della nipote di Raffaele Amato), Enrico Bocchetti (genero di Cesare Pagano), ed Emanuele Cicalese (genero di Raffaele Amato) fino al suo trasferimento in Spagna. Intrecci familiari e malavitosi che correvano di pari passo.

Amato-Pagano, Debora e il marito a capo del clan: i nomi e i ruoli degli 11 arrestati

E anche nel nuovo organigramma criminale, ciascuno aveva ruoli precisi. Non manca la quota “rosa”, con le donne chiamate a ricoprire ruoli operativi. Tra i destinatari dell’ordinanza Giulia Barra, a cui è affidato il compito della distribuzione delle “mesate” tra gli affiliati. Il mercato della droga invece era appannaggio degli uomini. Spiccano in particolare Gennaro Vastarelli, a cui era affidata la gestione delle piazze di Scampia, e Ciro Diana, vecchio esponente di spicco e “factotum” degli Amato-Pagano. A quest’ultimo toccavano i ruoli più delicati per gli equilibri economici della cosca: dalla gestione delle piazze di Scampia (Sette Palazzi e Baku), Melito, Secondigliano e Arzano, alle estorsioni tra i comuni di Arzano, Melito e Mugnano e al riciclaggio all’estero dei proventi illeciti della vendita di stupefacenti.

Rischio faida

E proprio Ciro Diana è stato l’elemento detonatore di tensioni forti all’interno della cosca che rischiavano di sfociare in una faida interna. L’insofferenza infatti di Debora Amato e del compagno dei confronti della vecchia guardia capeggiata da Diana culminò – come spiega l’ordinanza – nella gambizzazione di Silvio Padrevita, detto il Nano, fedelissimo di Diana, avvenuta nel giugno 2024 in via Labriola a Scampia. Un episodio di sangue che mise in fibrillazione vertici e figure di medio e basso cabotaggio, come dimostrano le fitte intercettazioni registrate dalle sale di ascolto della Procura partenopea.

Le riunioni

Melito ancora una volta si dimostra crocevia di interessi criminali. In un appartamento della centralissima via Roma, infatti, avvenivano i summit di camorra. Una borsa veniva posizionata davanti alla porta quando erano in corso le riunioni. A dare la disponibilità dell’immobile Ida Somma e Pasquale Foria, compagni nella vita e nel crimine. A documentare i summit un’auto-civetta dei carabinieri, una Smart posizionata sotto casa. Ma fondamentali, ai fini delle indagini, sono anche le riprese delle telecamere installate dagli investigatori in quattro attività commerciali lungo la circumvallazione esterna tra un bar di Melito, una braceria di Mugnano, un circolo ricreativo, e un altro bar a Mugnano. Immagini che immortalano incontri e scambi di informazioni tra gli esponenti della cosca.

Gli arresti

  • Barra Giulia – 31.07.1964
  • De Blasio Luigi – 17.03.1984
  • Diano Ciro – 11.07.2000
  • Foria Pasquale (difeso dall’avvocato Luigi Poziello) – 24.10.1975
  • Gulotta Claudio – 09.08.1984
  • Somma Rita – 01.03.1968
  • Stanzione Daniele – 15.03.1982
  • Vastarelli Gennaro (difeso dall’avvocato Luigi Poziello) – 29.07.1987

Arresti domiciliari nei confronti di:

  • Caiazza Valentina – 13.09.1993
  • Salvati Ersilia – 19.12.1988
  • Tabasco Teresa – 06.03.1973